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Erasmus+ Job Shadowing a Beirut

Siamo arrivate a Beirut da ormai tre settimane e questa città non smette di sbalordirci. Il primo impatto è stato “traumatico”. La strada dall’aeroporto ad Ain el Rammaneh (il paese in cui ci troviamo) attraversa i quartieri più poveri e più devastati dalla guerra. È facile vedere lungo questo tragitto palazzi distrutti, in fase si ristrutturazione, dilaniati dalle bombe e dai proiettili.
Col passare del tempo un po’ ci si abitua a vedere questo scenario, ma fa sempre comunque un certo effetto.

I primi giorni qui sono stati pieni di eccitazione ed entusiasmo (che non sono ancora spariti). Stiamo avendo la possibilità di vedere tanti luoghi nuovi e profondamente diversi dalla nostra cultura. Qui è un incontro di religioni che, in nessun altro luogo del mondo che abbiamo visitato, risulta essere così armonioso e pacifico: moschee, chiese ortodosse, cristiane e maronite vanno a comporre lo skyline di Beirut. Ed è davvero un concetto difficile da concepire per un occidentale che si interfaccia con la cultura “araba”. Siamo abituati a vedere o moschee o chiese, ma mai tutto insieme. Ma d’altronde il Libano non si può definire un vero e proprio paese arabo, quanto più una porta tra oriente ed occidente (si, molto più della Turchia).

Per quanto riguarda l’ambiente lavorativo, anche in questo caso, per noi è tutto nuovo. Siamo abituati a pensare al lavoro come ad un ufficio in cui l’orario di lavoro è stabilito. Qui invece ci stiamo interfacciando con una realtà diversa, siamo sempre in movimento. La mattina collaboriamo con una grande associazione di volontariato che si chiama Al-Makassed; ci spostiamo da un posto all’altro, partecipiamo a meeting sull’empowerment delle donne, poi corriamo nelle scuole a fare incontri ed organizzare il calendario delle attività di volontariato e di nuovo di corsa alla sede operativa per i report.
Il pomeriggio siamo invece con la nostra associazione ospitante, Chabibeh, che in libanese vuol dire gioventù. Ed è proprio di gioventù che questa si occupa. Qui, infatti, siamo coinvolte in eventi che riguardano i giovani: dal loro coinvolgimento nelle municipality locali alla loro presenza attiva nell’associazione e sul territorio. Giorno dopo giorno incontriamo nuove persone che, anche inconsapevolmente, ci insegnano tante cose. Inoltre un’altra delle nostre attività è partecipare a sessioni di scrittura di progetti che l’associazione presenterà nei prossimi mesi, ai meeting pre-partenza dei giovani che prenderanno parte a progetti di mobilità internazionale e, last but not the least, al processo di selezione dei partecipanti ai progetti futuri (dalla prima scrematura dei CV fino ai colloqui veri e propri).

Che dire di più? Beh, certo, una nota di merito va senz’altro al cibo. Il cibo libanese è uno dei migliori che abbiamo mai provato (no, l’italiano non lo batte nessuno). La varietà del cibo è talmente tanto vasta che  siamo a metà del progetto e ancora non siamo riuscite ad assaggiare tutti i piatti tipici.

Nel complesso possiamo dire che questa esperienza, arrivate ormai a metà, è senz’altro un’esperienza molto significativa, di crescita personale e professionale e di arricchimento culturale.
Grazie all’associazione NOUS che ci ha dato questa grandissima opportunità.

Sarah e Ilaria