Come ricominciare a viaggiare ADESSO con il Covid

È ormai da un anno che dobbiamo limitare i nostri spostamenti a causa del Covid-19. Se le restrizioni non fanno piacere alle persone più sedentarie, queste sono una vera tortura per noi viaggiatori che, fino a pochi mesi fa, eravamo abituati a vivere con la valigia pronta e a controllare quotidianamente le offerte della nostra compagnia low cost preferita.

La voglia di ripartire è tanta, ma resta importante tutelare la nostra salute e quella degli altri. Allora ci siamo chiesti, esisterà un modo per conciliare le esigenze della crisi sanitaria con la nostra voglia di scoprire il mondo?

La risposta è sì e ha un nome: slow travel. Il movimento ha origine dalla filosofia dello slow food proposta da Carlo Petrini (sociologo piemontese), nata in ambito gastronomico e adattata successivamente nel campo del turismo. Lo slow travel vuole contrapporsi al cosiddetto fast tourism: il turismo consumista, smodato, non attento al pianeta e non rispettoso delle comunità locali. Il turismo lento, invece, è il viaggio che si prende il suo tempo, attento ai dettagli, che entra in simbiosi con gli abitanti del posto.

Ma tutto questo, direte voi, cosa c’entra con il Covid?

Il “viaggio lento” è più facilmente conciliabile con le misure da rispettare in questo periodo rispetto alle forme tradizionali di turismo. Rimanendo in un certo luogo per un periodo più lungo, si riducono gli spostamenti e l’utilizzo di mezzi pubblici, cosa che non solo limita gli assembramenti, ma è anche ecosostenibile. Scegliendo mete diverse dai classici centri di attrazione (come capitali e importanti monumenti) si possono evitare luoghi troppo affollati e, allo stesso tempo, entrare meglio in contatto con la cultura locale.

Lo slow traveller inoltre fa bene all’economia: non passa solo tre giorni in ogni città rilevante, mangiando in una grande catena di fast food. Al contrario, si prende il tempo di conoscere una località, di fare la spesa nei piccoli negozietti del paese e contribuendo alla ripresa delle aziende locali.

ESC: lo slow travel dei giovani europei

Il Corpo Europeo di Solidarietà (ESC) è un’opportunità di volontariato, lavoro o tirocinio destinata a tutti coloro che risiedono in paesi membri dell’Unione Europea e di età compresa tra i 18 e i 30 anni. I progetti possono durare dai 2 ai 12 mesi: il tempo perfetto, insomma, per scoprire e assaporare la realtà che andiamo a visitare e l’occasione giusta per dare il nostro contributo alla comunità.

 

Se leggendo sei già andato rispolverare la valigia, ti lasciamo un link per scoprirne di più:

Corpo Europeo di Solidarietà – Volontariato, stages e tante altre opportunità (corpoeuropeodisolidarieta.net)

Leggi anche: Presto il passaporto vaccinale per partire in sicurezza ~ Nous (nousngo.eu)

 

Articolo di Francesca Maltese